Tra terra e vite: la storia di Stefano Casadei e l'essenza di Olianas | Olianas
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Tra terra e vite: la storia di Stefano Casadei e l'essenza di Olianas
a cura di Jessica Cani
Nel paesaggio vitivinicolo italiano, ricco di storie e tradizioni secolari, emergono talvolta narrazioni che catturano l'essenza stessa del legame tra uomo e terra. Una di queste è senza dubbio quella di Stefano Casadei, fondatore del progetto Olianas in Sardegna, la cui vita e carriera rappresentano un viaggio tra le regioni della Toscana e della Sardegna, terre di origine e di elezione. In questa sezione del blog ci sembrava corretto fare gli onori di casa e presentarci, un po’ come foste da noi in cantina, dove Stefano non vi lascerebbe a mani vuote. “Quando qualcuno arriva da Olianas, qualunque ora sia, io offro un caffè o un bicchiere di Vermentino. È prassi per me perché credo che qualsiasi momento e circostanza gli si addicano”.
È così che comincia la chiacchierata con Stefano.
La sua storia è quella di un tecnico agrario che ha trasformato la sua profonda connessione con la natura in un impegno verso la produzione vinicola di qualità. La sua filosofia, che pone al centro il rispetto per l'ambiente e per le peculiarità del territorio, è il fondamento su cui si erge Olianas. La sua esistenza tra Toscana e Sardegna è una sorta di equilibrio dinamico, dove la natura e la ruralità diventano non solo contesto ma anche ispirazione quotidiana. Questo doppio legame territoriale ha influenzato profondamente il suo approccio alla viticoltura e il ritmo della sua vita, permettendogli di adattarsi e prosperare in due ambienti ricchi di storia ma distinti.
Fondato nel 2001, Olianas è il risultato di una visione che va oltre la produzione di vino. Per Stefano, infatti, il vino è un pretesto per esplorare e valorizzare la biodiversità, promuovere pratiche sostenibili e stabilire un rapporto equo e costruttivo con la comunità locale. Il progetto si basa su un approccio olistico che considera la sostenibilità sotto tre aspetti fondamentali: ambientale, economico e sociale. “Dal punto di vista sociale, per me e per noi è importante creare un legame con Gergei e i paesi confinanti, dare valore al senso di comunità,” sottolinea Stefano. Dal punto di vista economico, la sostenibilità è imperativa per garantire la continuità del lavoro, collegata indissolubilmente alla responsabilità ambientale, che per Stefano significa lavorare rispettando i tempi naturali senza ricorrere a prodotti di sintesi.
Viaggiatore instancabile, Stefano vede nel viaggio un'opportunità unica di apprendimento e crescita personale e professionale. Dalla Borgogna all'Oregon e alla California, ogni esperienza all'estero è per lui un'occasione per confrontarsi con differenti realtà vitivinicole, arricchendo così il progetto Olianas con nuove idee e prospettive. La curiosità e il desiderio di apprendimento costante diventano così occasione di ispirazione e conoscenza che permettono di integrare nuove tecniche e visioni nel progetto Olianas. “Sono un viaggiatore, ma non amo viaggiare per andare semplicemente a visitare le città. Mi piace viaggiare per capire gli aspetti sociali di un luogo e, allo stesso tempo, spostarmi per capire la storia dei vini e quella dei colleghi produttori in giro per il mondo: come lavorano e come interpretano i loro vini.”
La passione di Stefano per il vino ha radici profonde, risalenti alla sua infanzia trascorsa tra i vigneti sotto la guida del padre. Questi ricordi, uniti alle esperienze formative in Francia e al successivo impegno nella gestione dell'azienda di famiglia, hanno definito il suo percorso, rendendolo un produttore di vino autentico e appassionato. “Io in mezzo al vino ci sono nato, credo che non avrei potuto avere altra strada da seguire se non questa perché è sempre stata parte di me. Seguivo mio padre e imparavo,” dice Stefano, mentre ci racconta un aneddoto divertente. “Mia madre mi racconta una cosa di cui non ho memoria ma che mi fa sempre sorridere. Pare che io abbia preso la mia prima sbronza a due anni. Mio padre faceva il consulente agronomico. Un sabato ero con lui che, spesso, mi portava ai pranzi di lavoro e io mi sono scolato tutti i fondi dei bicchieri che erano stati lasciati. Mio padre mi trovò stesso in mezzo al grano battuto. Ci furono anche dei momenti di tensione perché non si capiva se fossi svenuto o meno” racconta ridendo. “A sei o sette anni invece mio padre era in ufficio e io in cantina con gli operai durante il periodo della vendemmia. Mi piaceva così tanto quel profumo intenso di frutta che lo assaggiai, Era dolcino, schiumoso, mi faceva impazzire. Sono tornato a casa in bicicletta cadendo così tante volte che mi presentai davanti a mia madre pieno di sangue”.
La scelta della Sardegna è stata dettata non solo da ragioni affettive ma anche dalla convinzione che offrisse un terroir unico e inesplorato, capace di esprimere vini di straordinaria qualità e carattere. “Con la Famiglia Casadei abbiamo avviato un progetto ampio con i vitigni di stampo tradizionale, poi internazionale, e poi volevo fare i vini con vitigni autoctoni. Era un modo per completare il giro. Ho cercato in Campania, Calabria, Sicilia. Poi sono arrivato in Sardegna per aiutare un amico sardo che abitava a Firenze e aveva la vigna di famiglia. Non ero mai stato a Gergei e me ne sono innamorato. Così è nata Olianas”.
Nonostante le difficoltà incontrate lungo il cammino, Stefano ha maturato una consapevolezza profonda del proprio ruolo e della responsabilità nei confronti della terra, della sua azienda e della sua famiglia. Queste sfide hanno rafforzato la sua resilienza e hanno sottolineato l'importanza dell'innovazione, del cambiamento e dell'ascolto nel percorso verso la sostenibilità e l’eccellenza. Quando gli chiediamo quale sia il momento di maggiore valore per la sua carriera, ci dice “Ci sono dei bivi che ci segnano e lasciano segni importanti. Nel 2009 tutto il nostro gruppo ha subito una crisi importante. Mi sono fatto le ossa e ho capito come si fa a fare impresa. Ho dovuto licenziare e al contempo scommettere e assumere persone giovani che credevano in me. Nel 2012 ne siamo usciti e per me è stato un momento formativo. La gente aspettava che prendessi decisioni: tu lì sei solo come un cane nel fare le scelte ma credo che tutti dovrebbero passarci perché una volta fuori capisci come uscirne. Mi sono sentito solo ma con tanta gente sotto di me che aspettava e ho dovuto far scelte anche da buon padre di famiglia. Questo mi ha sicuramente segnato. Il fallimento non esiste se accetti il cambiamento e sei in grado di interpretarlo e assecondarlo. Lo comprendi viaggiando e parlando con le persone”.
Abbiamo cominciato la chiacchierata con Stefano facendoci offrire un calice di Vermentino e la chiudiamo facendo portare in un luogo che ama particolarmente in Sardegna: “Sai dove mi diverto io? Dove vado e mangio in maniera semplice e amo bere insieme a lui? Da Pbread a Cagliari, dove il titolare e panificatore Stefano Pibi mi coinvolge e io lo coinvolgo. Mangio una buona pizza o del buon pane e apriamo sempre buone bottiglie.
Stefano Pibi, imprenditore del mondo tech, ha scelto di licenziarsi per inseguire un sogno. Non potrei non stimarlo e poi chi fa il pane e chi fa il vino lavora con i lieviti e, per quanto sembrino attività distinte, sono in realtà molto simili. Mi piace parlare con chi sulle cose che fa ci mette idee e sapere, con competenza e amore”.
Olianas, attraverso Stefano Casadei, si propone come custode di una tradizione che sposa il senso di cambiamento e rispetto profondo per la terra. La sua storia è un promemoria del valore dell'agricoltura sostenibile, dell'impegno comunitario e della passione come motore di vita e di lavoro. In ogni bicchiere di vino Olianas, si riflettono la visione, il sacrificio e l'amore di Stefano per il suo mestiere. Olianas non è solo una cantina, ma un esempio di come, anche nel settore più tradizionale, si possano perseguire ideali di innovazione, sostenibilità e integrità.